«Vinexpo è stato galeotto ben tre volte tra me e l’Italia. Il terzo straordinario incontro è avvenuto a Bordeaux nel 2015, complice Charlie Artourola: fu lui a chiamarmi e a dirmi che Marco Caprai voleva incontrarmi. I suoi Sagrantino di Montefalco erano già famosi in tutto il mondo ma lui voleva andare oltre e iscrivere questo vitigno tra i grandi dell’enologia. La sfida sapeva – e sa ancora oggi – di complessità, per questo accettai subito, e poi la 2015 era una grande annata e non andava certo sprecata». Michel Rolland racconta così l’incontro da cui poi è nata la collaborazione, cinque anni fa, con l’Azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco. Questo è uno dei tanti aneddoti narrati nel libro Il guru del vino, edito in Italia da Edizioni Ampelos (pp. 190, formato 15×21 softcover; data di pubblicazione giugno 2020; prezzo di copertina € 19,00).
Il libro sarà presentato da Michel Rolland in persona alla stampa il 21 luglio negli spazi della cantina di Montefalco, ma è da pochi giorni in vendita in libreria e anche in versione e-book.
Figlio di viticoltori, Rolland era destinato a subentrare nella proprietà di famiglia, ma voleva di più: in che modo questo ragazzo del Libournais è diventato l’enologo più ricercato e mediatico del pianeta? Come riesce a produrre vini che sono sempre “sul pezzo” e che piaceranno sicuramente a milioni di appassionati in tutto il mondo? Sfogliando le pagine del libro si percorre non solo la vita del “re dell’assemblage”, ma anche la storia della viticoltura francese e internazionale, in un racconto piacevolissimo alternato da aneddoti e verità ristabilite, incontri con grandi personaggi e amicizie importanti (come quella con Robert Parker), che vi sorprenderà sfatando anche alcuni miti.
«Il titolo italiano “Il guru del vino” – scrive Rolland nell’introduzione all’edizione italiana del libro scritto in collaborazione con la giornalista e scrittrice Isabelle Bunisset – è naturalmente ironico, dato che durante la mia carriera mi hanno chiamato nei modi più diversi: Napoleone degli assemblaggi, Maradona, Mefistofele e chi più ne ha più ne metta… mi sembra chiaro che si tratta di banali soprannomi. Nella vita vera, tutto questo non c’entra niente. In questo libro, ho voluto raccontare in che modo il figlio di un viticoltore della regione di Bordeaux, di famiglia modesta, abbia raggiunto la prestigiosa posizione di consulente fra i più celebri del pianeta vino. Questo percorso mi ha molto divertito: andare in tanti paesi diversi ha appagato anzitutto la mia curiosità ma ha finito anche per generare una certa megalomania. È così che si arriva a produrre vino in ventuno paesi, ad avere un centinaio di aziende che seguono o hanno seguito i consigli del “guru”. Ma soprattutto, è stata un’avventura umana incredibile, fatta di incontri e di scoperte gradevoli o sgradevoli, ma sempre gratificanti.
Ho iniziato con l’enologia quando tutto doveva ancora essere inventato e testato. Ho avviato, nonché accompagnato, i più grandi cambiamenti nella viticoltura e nella vinificazione. Ho viaggiato ai confini del mondo, in tutte le latitudini, per minare le convinzioni dei dubbiosi. Ho assemblato diversi vitigni che si pensava fossero inconciliabili. Ho scoperto terre che si pensava fossero ingrate e sulle quali oggi spuntano orgogliosi ceppi di vite. Ho incontrato uomini singolari che avevano a cuore l’idea di produrre vini unici, di gran carattere, in paesi dall’improbabile destino viticolo. L’entusiasmo è ciò che dà luce alla vita. Lo ripeto spesso: nulla si può intraprendere se non si nutre un forte desiderio e se non si guarda oltre il tempo presente».
Michel Rolland è consulente per oltre un centinaio di aziende vitivinicole in tutto il mondo, tra cui, come detto, anche l’azienda agricola Arnaldo Caprai. «Il Sagrantino – sottolinea Rolland – è un vitigno che ha personalità marcata, ma è possibile educarlo e indirizzarlo. Nel mondo del vino si ha successo quando si è in grado di proporre qualcosa di originale e il Sagrantino ha la capacità di essere unico».
L’obiettivo posto dall’enologo con la cantina Caprai è di rendere questo vino seducente, smussandone le peculiari ruvidità ma preservandone il carattere: un Pigmalione, in grado di modellare e migliorare la personalità dell’allievo Sagrantino, favorendone al contempo le naturali inclinazioni. All’assaggio, tutto questo appare evidente, sorprende e affascina al contempo. «Lo scopo è quello di allargare la schiera di consumatori abituali. Un salto di qualità che può portare “numeri importanti” anche per il turismo – afferma orgoglioso Caprai – Rolland è l’uomo che conosce, meglio di tutti, i gusti nel settore dell’enologia. Con lui possiamo davvero puntare a fare del Sagrantino di Montefalco uno dei migliori vini del mondo». Ma non solo, perché con Rolland sono nate anche alcune nuove etichette firmate Caprai, su tutte il Berlcompare e il Malcompare. Belcompare è un 100% Merlot che si eleva 2 anni in barrique e affina 8 mesi in bottiglia, dalle note intense di ribes nero, grafite e qualche tocco di geranio. Al palato è teso, fresco, con tannini salati e agrumati. Un vino compresso ed elegantissimo, indimenticabile, che ambisce a posizionarsi nell’empireo dei grandi Merlot nazionali e internazionali. Malcompare, invece, è un 100% Pinot Nero, rotondo e fresco, con sentori di viola e lampone, che in bocca regala note dolci di legno e spezie (dovute ai 2 anni di maturazione in barrique, a cui seguono 8 mesi in bottiglia) e un finale morbido e setoso dove non manca nemmeno una giusta acidità. È l’espressione della continua tensione alla sperimentazione e innovazione dell’Azienda agricola Arnaldo Caprai, che fonda le sue basi su un profondo e instancabile lavoro di ricerca e valorizzazione del terroir.
AZIENDA AGRICOLA ARNALDO CAPRAI IN SINTESI
Poche altre cantine in Italia e nel mondo vengono identificate immediatamente solo citando il nome della denominazione a cui appartengono, come la Arnaldo Caprai, simbolo essa stessa del Sagrantino di Montefalco. Una realtà unica, sinonimo di eccellenza italiana, capace di creare vini fuori dal comune per profondità, eleganza e longevità: non solo rossi, ma anche bianchi. Il merito di questa avventura iniziata alla fine degli anni Settanta è di Marco Caprai, figlio di Arnaldo. È stato lui, infatti, più di chiunque altro a credere nella ricchezza del Sagrantino, reinterpretandolo in chiave moderna, attraverso i più innovativi metodi di produzione e di gestione aziendale, che gli hanno permesso di conquistare così i favori del pubblico e della critica di tutto il mondo. Non da meno i bianchi: il Grecante Arnaldo Caprai, 100% Grechetto, è riuscito a conquistare la Top100 di Wine Spectator.
Una grande azienda, la Arnaldo Caprai, che custodisce un’anima green, considerando fondamentali le tematiche riguardanti la sostenibilità, la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. Il punto di osservazione resta sempre lo stesso: cercare di comportarsi in armonia con i cicli evolutivi naturali, preservando e valorizzando il territorio in cui si opera. Per questo l’azienda ha deciso di creare un Sistema di Gestione Ambientale conforme alle normative internazionali, sviluppando un protocollo volontario territoriale di sostenibilità ambientale, economica e sociale del processo produttivo.
È in questo contesto senza pari, che nascono vini di indimenticabile stoffa, complessi ed eleganti, capaci di raccontare il meglio di tutta una regione, l’Umbria.